dr.ssa Alessandra Delle Fratte
Psicologa & Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
Disturbi dell'Umore

 

 

Per il trattamento di questo tipo di disturbi è possibile richiedere alla dr.ssa Delle Fratte un appuntamento qui

 

Che cos’è un disturbo dell’Umore

Tutti quanti abbiamo l'esperienza di una giornata storta, in cui siamo giù di corda, tristi, più irritabili del solito e "ci sentiamo un po' depressi". Allo stesso modo può capitare di iniziare la settimana in maniera particolarmente energica, determinata, “euforica” e trovarsi nel giro di poco (a volte, anche in una stessa giornata) a guardare con occhi più demoralizzati e pessimistici quanto ci sta accadendo.

Molto probabilmente non si tratta di un disturbo ma di un calo, o fluttuazione, dell'umore passeggero destinato a risolversi spontaneamente.

La variabilità patologica dell’umore può assumere diverse forme, classificabili sulla base dei sintomi presentati e della specifica compromissione che ne deriva – che tende a cronicizzare nel tempo e ad essere pervasiva.

 

Depressione

La depressione clinica presenta una varietà di sintomi che si prolungano nel tempo: chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene; spesso, sente la vita come dolorosa e senza senso ("dolore del vivere"). La persona si sente sempre stanca, irritabile, ha pensieri negativi ricorrenti (fino ad arrivare, nei casi più gravi, a pensieri di morte o di suicidio). In associazione possiamo avere anche un aumento o diminuzione significativi dell’appetito e/o disturbi del sonno (si dorme di più/di meno o ci si sveglia più volte durante il sonno).

Il disturbo depressivo è molto diffuso: ne soffrono infatti circa 15 persone su 100. Le statistiche ci dicono che in un gruppo di 6 persone almeno una persona soffrirà di depressione nella sua vita; può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e adulte, mentre le bambine e i bambini sembrano soffrirne in ugual misura. La risoluzione di questo disturbo richiede necessariamente un trattamento psicologico e/o farmacologico.

Purtroppo la depressione può portare ad un aggravamento ulteriore: quando si è depressi si ha difficoltà a collaborare nella cura, dal momento che ci si sente affaticati, con difficoltà a concentrarsi, senso di impotenza, scarsa fiducia di migliorare, passività, e così via. Inoltre, la depressione può complicare la cura anche per le conseguenze negative che può avere sul sistema immunitario e sulla già compromessa qualità di vita di chi soffre. E' necessario, dunque, curare sia il disturbo depressivo che la sintomatologia organica.

 

Distimia

E’ un disturbo depressivo cronico: infatti per fare diagnosi di distimia i sintomi tipici della depressione devono essere presenti da almeno due anni. Rispetto alla depressione clinica, il disturbo distimico è caratterizzato da sintomi depressivi più attenuati e comporta una minore compromissione delle relazioni sociali e delle attività lavorative, ma è molto più persistente nel tempo. Spesso i sintomi non sono presenti tutti insieme (possono essercene anche solo due).

La distimia può comparire sin dall'adolescenza. Si riscontra più frequentemente nella fascia di età che va dai 18 ai 45 anni e spesso sopraggiunge dopo uno o più episodi di depressione maggiore. Alla distimia possono associarsi altri disturbi: oltre alla depressione maggiore, si possono avere ansia, abuso di sostanze, disturbi alimentari, disturbi di personalità.

Per il suo carattere cronico e persistente, il riconoscimento e la diagnosi del disturbo distimico sono molto tardivi e chi ne soffre pensa che il suo malessere sia parte del suo carattere da sempre e che non ci si possa fare granché. Spesso anche i parenti e gli amici della persona distimica ritengono che sia un "inguaribile pessimista e insicuro".

 

Disturbo Bipolare

Questo disturbo, detto anche maniaco-depressivo, colpisce circa 1 persona su 100, con la stessa probabilità per gli uomini e le donne. Di solito il primo episodio del disturbo si sviluppa nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, per poi aversi più o meno frequentemente per tutta la vita. Nonostante non sia molto diffuso, è una malattia seria e, se non trattata adeguatamente, può causare gravi sofferenze e risultare anche molto invalidante.

E' un disturbo caratterizzato da gravi alterazioni dell'umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un periodo e provare disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale all'inferno della fase depressiva, anche più volte durante la vita. Le persone che guardano l'individuo che soffre di maniacalità stentano a riconoscerlo: prima timido e riservato, un attimo dopo sorprendentemente disinibito ed energico.

Condizioni mediche generali o l’uso/abuso di sostanze specifiche (farmaci, droghe, sedativi, ipnotici, ansiolitici, etc.) possono spiegare alterazioni dell’umore analoghe a quelle del disturbo - alcol o droga si associa frequentemente al disturbo bipolare e lo può peggiorare gravemente.

Durante le fasi maniacali la persona può presentare, infatti, disinibizione eccessiva e, in genere, comportamenti socialmente inappropriati. Ci si sente particolarmente euforici, con una grande energia e la sensazione di avere enormi potenzialità personali, tanto da non sentire il bisogno di mangiare né dormire: tutto appare possibile e fattibile, tanto che spesso si commettono azioni impulsive o avventate, anche pericolose per se stessi o per gli altri. Il comportamento diventa disorganizzato e inconcludente e la persona non riesce a portare a termine alcun progetto: non fa in tempo ad iniziare un'attività, che la lascia a metà per passare ad altro o fa più cose contemporaneamente senza completarne alcuna.

I pensieri vanno così veloci che è difficile stargli dietro, così come le parole; i sensi sembrano affinarsi e la percezione diventa più vivida. Anche il desiderio sessuale può aumentare, diventando quasi impellente. In molti casi, alla fase maniacale si accompagna una sensazione di ingiustizia subita che comporta grande irritabilità, rabbia, intolleranza e comportamenti aggressivi con scarsa capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni.

Le fasi depressive seguono, spesso, quelle maniacali e sono completamente all'opposto. L'umore è molto basso, con la sensazione che nulla interessi né possa dare piacere. Si perde il significato della vita, che appare profondamente dolorosa. Il sonno e l'appetito possono aumentare o diminuire. Ci si sente senza energie e facilmente affaticati, con una grande difficoltà nel concentrarsi. Le fasi depressive possono risultare talmente gravi da portare al suicidio o ad atti auto-lesionistici. Le fasi depressive sono più frequenti e solitamente durano di più di quelle maniacali, che possono riguardare anche solo pochi giorni. A volte da una fase si passa immediatamente all'altra; altre volte intercorre un periodo di umore normale. Di solito una fase insorge gradualmente, ma a volte l'insorgenza è più improvvisa.



Trattamento psicoterapeutico dei disturbi dell’umore

E’ stato dimostrato che la combinazione di una psicoterapia con un adeguato trattamento farmacologico, somministrato sotto stretto controllo di un medico esperto, è tra e modalità più efficaci per curare i disturbi dell’umore.

In particolare, La terapia cognitivo-comportamentale si è mostrata efficace per il trattamento della depressione clinica, della distimia e del disturbo bipolare in moltissimi studi controllati. La terapia cognitivo-comportamentale, in tali casi, ha il doppio obiettivo di ridurre i tempi della guarigione e di diminuire la possibilità di eventuali ricadute in futuro.

Applicata alla depressione sin dagli anni '70, la terapia cognitivo-comportamentale assume che questo disturbo è mantenuto da come la persona guarda al mondo, agli altri, a sé e al futuro e dal suo comportamento passivo. La persona che soffre di depressione infatti ha continui pensieri negativi ed è molto critica verso se stessa, accusandosi continuamente oltre ogni evidenza e notando maggiormente gli eventi negativi. La terapia cognitivo-comportamentale aiuta la persona a comprendere il funzionamento del suo disturbo depressivo e a rompere i circoli viziosi che lo mantengono, aiutandola a modificare i modi disfunzionali di pensare e di comportarsi, a riprendere gradatamente le proprie attività e relazioni sociali. Riguardo alle difficoltà quotidiane, vengono insegnate alla persona strategie di gestione dei problemi più utili e costruttive.

In quanto disturbo depressivo cronico, anche la distimia può essere efficacemente affrontata intraprendendo un percorso di cura fatto di un'adeguata terapia farmacologica associata ad una psicoterapia (ad esempio cognitivo-comportamentale).

A sua volta, la persona che soffre di disturbo bipolare attraverso la terapia cognitivo-comportamentale viene aiutata, innanzitutto, a comprendere il disturbo, il suo funzionamento e l'impatto che può avere sulla vita dell'individuo e dei suoi familiari. Vengono forniti strumenti utili ad affrontare le fasi maniacali e depressive, imparando a riconoscere precocemente i segnali della ricaduta e ad affrontarli efficacemente. Gli obiettivi del trattamento, in questo caso, sono la stabilizzazione dell'umore (riducendo la frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi) e la prevenzione delle ricadute future. Ne consegue che per raggiungere questi obiettivi è solitamente necessaria un'adeguata cura farmacologica con stabilizzatori dell'umore e antidepressivi, sotto attento e continuativo controllo di un esperto medico-specialista. Le ricerche scientifiche dimostrano che quando il trattamento farmacologico è associato alla psicoterapia cognitivo-comportamentale si ha una maggiore stabilizzazione dell'umore e una più significativa riduzione delle ricadute.

 

 

 

 

 
 

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